Lucignano in Valdichiana


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Storia di Lucignano

Informazioni

CENNI STORICI SU LUCIGNANO


Con la sua caratteristica forma ellittica a strade anulari concentriche, il borgo fortificato di Lucignano costituisce uno dei più interessanti esempi di urbanistica medievale arrivato fino ai nostri giorni. Posto in una zona di notevole importanza strategica fu a lungo conteso tra le città di Arezzo, Siena, Firenze e Perugia per il dominio della Val di Chiana. Munito dai senesi di una cinta muraria già dal 1371, il borgo fu ulteriormente fortificato dai fiorentini con la costruzione, attorno al 1558, di una Fortezza voluta da Cosimo I de' Medici, attribuita all'architetto Bernardo Puccini. Oltre alla Fortezza e alla Rocca nel paese sono ancora visibili ampi tratti delle mura, caratterizzate da un'ampia scarpa, tre delle porte originarie e due torri con apparato difensivo a sporgere (ballatoio in muratura).

Percorrere le sue strade ha il senso di un piacevole gioco attraverso un intricato labirinto che si risolve finalmente una volta arrivati nella zona alta del paese, comprendente il Palazzo Comunale, la Chiesa di S. Francesco, la Collegiata.
L'impianto urbanistico si sviluppa attraverso un'interessante articolazione spaziale e funzionale fra una "via ricca", coincidente con l'attuale Via Matteotti esposta a Sud luminosa ed ampia dove sorgono i palazzi residenziali costruiti dalla nobiltà, e una "via povera", coincidente con l'attuale via Roma (detta anche Corsica) esposta a nord, nord-ovest dove sorgono abitazioni più piccole, caratterizzate da un'edilizia povera e costruite dai ceti meno abbienti del paese.


Veduta della Val di Chiana Sud


La felice collocazione geografica di Lucignano, in posizione dominante ,a mt. 414 s.l.m., sulla Val di Chiana e sulla strada fra Siena ed Arezzo, l' ha reso strategicamente importante fin dall'antichità e ne ha segnato la storia come castello medievale fortemente conteso tra i territori confinanti.



Il vecchio storico stemma del Grifo


Per circa tre secoli, dal 1200 al 1500, Lucignano ha subito continui passaggi di giurisdizione tra Siena, Arezzo Firenze e Perugia, città dalla quale ebbe in dono la possibilità di fregiarsi nel proprio stemma (tutt'ora adottato) del Grifone Alato, al quale fu aggiunta una stella per indicare che il luogo si trova in collina.
Il nome "Lucignano" deriva probabilmente da un castrum romano fondato dal console Licinio, della famiglia omonima diventato Lucinianum dopo la conquista da parte di Lucio Silla nel I sec. a.C.; inoltre importanti reperti archeologici di epoca etrusca rinvenuti in varie località ci segnalano la presenza di insediamenti già in quell'epoca.
Intorno al 1200 sarebbe iniziata l'organizzazione urbanistica dalla quale è nato l'attuale impianto, già compiuto con il XVI secolo e che vede la sommità del colle, dove inizialmente era il castello, trasformata in centro del potere politico e religioso.
Nel 1300 sotto la dominazione dei senesi furono ultimati i lavori di fortificazione con il completamento del perimetro murario e le tre porte (1371): porta S:Giusto, porta S.Giovanni e la così detta porta Murata, fu inoltre costruita la Rocca con le due torri.


Con il passaggio di Lucignano sotto i Medici, nel 1554, si hanno importanti interventi urbanistici come l'inizio della costruzione della fortezza, attribuita ad Bernardo Puccini, il santuario della Madonna della Querce, attribuito al Vasari e posto fuori dal centro storico (1568) il convento dei padri Cappuccini (1580 ca.) le chiese della Misericordia (1582) e della Collegiata (1594).

Porta San Giusto

Attualmente il paese mantiene intatto il suo fascino di antico borgo che ha saputo conservare un'immagine tranquilla e serena dove le tradizioni agricola e quella artigiana offrono al visitatore un'interessante gamma di prodotti; dal pregiato olio extravergine di oliva al miele, dalla produzione e restauro di mobili ai lavori d'intaglio, dalla pregiatissima produzione di ceramica all' oreficeria, dalla tradizionale lavorazione della pietra serena al travertino per giungere alla produzione di capi di abbigliamento di alta qualità, grazie alla capacità e all'esperienza di maestranze professionalmente preparate.
Il nome "Lucignano" deriva probabilmente da un castrum romano fondato dal console Licinio, della famiglia omonima diventato Lucinianum dopo la conquista da parte di Lucio Silla nel I sec. a.C.; inoltre importanti reperti archeologici di epoca etrusca rinvenuti in varie località ci segnalano la presenza di insediamenti già in quell'epoca. Intorno al 1200 sarebbe iniziata l'organizzazione urbanistica dalla quale è nato l'attuale impianto, già compiuto con il XVI secolo e che vede la sommità del colle, dove inizialmente era il castello, trasformata in centro del potere politico e religioso. Nel 1300 sotto la dominazione dei senesi furono ultimati i lavori di fortificazione con il completamento del perimetro murario e le tre porte (1371): porta S:Giusto, porta S.Giovanni e la così detta porta Murata, fu inoltre costruita la Rocca con le due torri. Con il passaggio di Lucignano sotto i Medici, nel 1554, si hanno importanti interventi urbanistici come l'inizio della costruzione della fortezza, attribuita ad Bernardo Puccini, il santuario della Madonna della Querce, attribuito al Vasari e posto fuori dal centro storico (1568) il convento dei padri Cappuccini (1580 ca.) le chiese della Misericordia (1582) e della Collegiata (1594).
Attualmente il paese mantiene intatto il suo fascino di antico borgo che ha saputo conservare un'immagine tranquilla e serena dove le tradizioni agricola e quella artigiana offrono al visitatore un'interessante gamma di prodotti; dal pregiato olio extravergine di oliva al miele, dalla produzione e restauro di mobili ai lavori d'intaglio, dalla pregiatissima produzione di ceramica all' oreficeria, dalla tradizionale lavorazione della pietra serena al travertino per giungere alla produzione di capi di abbigliamento di alta qualità, grazie alla capacità e all'esperienza di maestranze professionalmente preparate.

Palazzo Pretorio

Il Palazzo sorge a contatto con il complesso monumentale di S. Francesco, la facciata principale si apre su piazza del Tribunale e presenta numerosi stemmi e lapidi con i simboli dei vari podestà che si sono succeduti nel tempo. Probabilmente la sua costruzione risale alla fine del '200 anche se ha poi subito modifiche nel tempo, a partire dalla metà del '300 ad opera dei fiorentini. Alcune stanze del secondo piano, attualmente sede degli uffici comunali; sono state affrescate intorno al 1812 dal pittore e scultore milanese Luigi Ademollo con temi neoclassici; recentemente gli affreschi della sala del Consiglio sono stati restaurati e ritornati all'antico splendore. Dal tetto, con copertura " a capanna " emerge un bellissimo campanile a vela con la campana pubblica, che per molti secoli è stata mezzo di comunicazione dell'autorità civile. Dopo la prima rampa di scale, nell'ingresso, attraverso un lungo corridoio si accede al monastero di S. Francesco, attualmente sede della locale scuola media, e di qui scendendo due brevi rampe di scale si accede al chiostro, ora parzialmente tamponato nelle parte bassa e quasi totalmente in quella alta, che cela sotto lo strato di calce pareti affrescate. Il Palazzo contiene un piano interrato, una volta adibito a prigione, come dimostrano scritte le scritte e i graffiti sui muri.


Chiesa della Collegiata

La chiesa si trova nell'area alta centrale con la facciata che la raccorda, attraverso una scala ellissoidale, alla rampa proveniente da via Rosini e Piazza delle Logge, la parete sinistra guarda Piazza del Tribunale. La Collegiata sorge sul luogo dove anticamente si trovavano la chiesa di San Michele Arcangelo ed un vasto edificio, comprendente una torre. Di questa costruzione, ovvero l'antica rocca, le cronache ci narrano che era adibita a deposito delle polveri, delle armi e delle vettovaglie. Fu distrutta il 31 maggio del 1556 durante un temporale a causa di un fulmine che vi si abbatté. I resti dell'antica chiesa, oggi adibita a canonica, sono visibili nella parte tergale della Collegiata. La costruzione fu progettata dal pittore ed architetto Orazio Porta, che inizialmente aveva previsto una copertura a capriate lignee, ma che in fase di realizzazione fu sostituita con una volta a botte che interessa tutta la navata centrale. I lavori iniziarono nel 1592 e si conclusero nel 1621. In seguito furono fatti altri interventi, come la scalinata esterna, l'altare maggiore e il disegno del campanile, completato nel 1772, attribuiti ad Andrea Pozzo. La chiesa è impostata su un impianto a croce latina al quale sono aggregati sacrestia, campanile e canonica. La facciata è divisa in due parti: quella inferiore caratterizzata da un muro in mattoni diviso verticalmente da quattro alte lesene in pietra serena, quella superiore caratterizzata da una muratura in pietra. Al centro della facciata si apre un maestoso portone in pietra serena con timpano curvilineo interrotto al centro dove è scolpito un giglio, mentre nella parte alta è posto un grande finestrone rettangolare in mattoni. Ai piedi della facciata, la bellissima scalinata in travertino riprende il disegno ellissoidale della struttura urbana del paese. All'interno, nella crociera tra navata e transetto, è collocata una cupola emisferica sormontata da un tiburio ottagonale coperto a padiglione. Le pareti laterali della navata sono suddivise in tre arcate, alle quali si aggiungono quelle quelle relative ai bracci del transetto. Gli altari seicenteschi che vi si trovano raccolgono dipinti di G. Gemignani da Pistoia, O. Porta, M. Rosselli e G. da Sangiovanni. Lo scenografico altare maggiore di A. Pozzo è costituito da un basamento in pietra serena sul quale poggiano quattro slanciate colonne che sorreggono un trabeazione curvilinea. Sul lato destro e sinistro si trovano la statua di S. Pietro e quella di S. Paolo. Al centro è posta la figura di S. Michele Arcangelo che scaccia il demonio.

Chiesa di San Francesco

La chiesa costituisce uno dei più rilevanti esempi di architettura gotica francescana e presenta un impianto basilicale a croce egizia, rispondente allo schema " a capanna " o " a granaio " che dalla Toscana meridionale e dall'Umbria si diffuse in tutta Europa. La chiese francescane di Cortona e di Lucignano sono tra i primi e più significativi esempi del passaggio dei francescani dalla fase di mendicanti ad una più stabile che vide la costruzione di chiese e conventi. La costruzione lucignanese fu probabilmente iniziata nel 1248 e risulta terminata nel 1289, anno in cui venne confermato, all'interno della chiesa, l'atto di sottomissione a Siena. Il monumento è inserito in un aggregato di edifici quali l'oratorio del Corpus Domini, il Palazzo Comunale, il Monastero di S. Francesco, il Monastero di S. Margherita, la chiesa del Crocifisso, la Torre delle Monache La navata unica è coperta tramite capriate lignee e l'elegante transetto presenta tre volte a crociera costolonate. La facciata, alta e luminosa, è realizzata a conci di pietra alternativamente in arenaria e travertino, al centro è posto un portale in travertino sormontato da un ampio rosone in arenaria grigia. Alla destra della facciata si trova l'oratorio del Corpus Domini e alla sinistra l'ingresso al chiostro del convento di S. Francesco al centro del quale si trova una cisterna. All'interno della chiesa si trovano altari in pietra ( che vanno dal XVI al XVIII sec. ) e in legno dorato e dipinto, del XVII sec.; la controfacciata presenta una cantoria con organo racchiuso in una elaborata cassa lignea dorata della prima metà del '500. La chiesa, originariamente tutta affrescata, conserva ancora parte degli affreschi attribuiti a Bartolo di Fredi e Taddeo di Bartolo, raffiguranti frammenti delle storie di S. Francesco. Di particolare fascino e suggestione il grande affresco situato sopra il primo altare nella parete destra della navata, universalmente conosciuto come "Il Trionfo della Morte", in cui, in modo efficace è rappresentata la precarietà della vicenda umana. Sull'altare maggiore si trova il polittico di Luca di Tomè in cui, assieme alla " Madonna con bambino e Santi" è riprodotto il castello di Lucignano, di lato vi è un bellissimo "Cristo in croce" ligneo del XIV sec.

Le torri

Nella cronaca del 1371 di Neri di Donato risulta che " Le mura di Lucignano in Val di Chiana le fecero i senesi…." , infatti proprio nel 1370 i lucignanesi decisero di sottomettersi a Siena, ma la sistemazione del 1371 ricalca in parte una struttura urbana consolidatasi tra il '200 ed i primi anni del '300, come risulta da documenti ritrovati nel Duomo di Arezzo e risalenti al 1330. Le tre porte principali del paese sono: Porta S. Giovanni (detta porta di sotto), Porta S. Giusto ( detta porta di sopra) e Porta murata, così chiamata dopo la sua chiusura probabilmente nel '500, mentre i resti delle torri circolari che vediamo sul circuito murario sono successivi e risalgono alla metà del '400. Porta S. Giovanni è esposta ad est, presenta una pianta irregolare a cinque lati, è costruita con muratura in pietra con rincalzi in mattoni, della sua copertura rimangono solo alcune tracce, il portale a tutto sesto è in pietra. Incamminandosi in senso antiorario lungo la via di Circonvallazione, dopo pochi metri troviamo una torre circolare (detta torre del Picconi dal nome del proprietario) ancora ben conservata; proseguendo ancora il nostro cammino lungo le "mura ricche" arriviamo a Porta S. Giusto esposta a sud-ovest verso Siena. Questa presenta una pianta rettangolare sormontata da una terrazza di copertura, alla quale si accede da una casa privata, sorretta da una volta a botte intonacata; il portale è a tutto sesto con un bugnato in pietra arenaria. L'interno è stato recentemente restaurato. Continuando ancora la nostra passeggiata lungo le "mura povere" arriviamo a Porta Murata esposta a nord-ovest. Anch'essa presenta una pianta approssimativamente rettangolare, una muratura in pietra con rifiniture a mattoni coperta da un tetto a " capanna " ; il portale esterno è a tutto sesto ed è sormontato da due aperture. Da qui parte la strada originaria che collega Lucignano con il castello del Calcione per poi proseguire verso Palazzuolo Alto, nel comune di Monte S. Savino, e da qui in Val d'Arno e a Firenze.

Santuario della Madonna della Querce


Il santuario si trova fuori le mura paesane, nei pressi della Fortezza Medicea; luogo di culto e di venerazione della Madonna Addolorata, dal '700 ebbe una caduta d'interesse da parte dei fedeli, ciò nonostante fino ai primi anni del dopoguerra l'acqua del pozzo noto come Fonte del Latte che si trova all'interno della chiesa veniva fatta bere agli animali, ma anche alle donne, in quanto "curava la mancanza di latte e la sterilità". La storia del Santuario si intreccia con la leggenda, e data la scarsità di documenti non sempre, almeno per gli anni in cui sorse, è possibile fare la distinzione. La leggenda ci racconta di un pittore di nome Feliciano Batone che dipinse in una piccola maestà, situata sotto una grande quercia, una Madonna Addolorata. La tradizione ci tramanda la notizia del primo miracolo, avvenuto l'8 Agosto 1467, quando un giovane nobile senese, inseguito dai suoi nemici, sentendosi perso si mise a pregare e supplicare questa immagine affinché potesse sfuggire loro. I nemici, o perché il giovane fu reso invisibile, o perché rimasero confusi, non lo videro ed egli fu salvo. I primi documenti certi ci dicono che nel 1564 fu autorizzato l'abbattimento di due alberi del Comune per realizzare le travi che servirono a sistemare ed ampliare la vecchia cappella, che a seguito del miracolo sopra riportato in quel luogo era stata costruita. Fin dai primi anni della sua costruzione, la chiesa della Querce fu molto frequentata dai fedeli lucignanesi che lasciavano molte offerte utilizzate per la sua costruzione. La progettazione della chiesa viene oggi attribuita a Giorgio Vasari, uno dei più importanti architetti del '500, anche se probabilmente lui non poté seguire i lavori, perché in quegli anni era impegnato nelle opere granducali a Firenze. Le prime testimonianze documentate di miracoli attribuiti all'immagine della Madonna Addolorata risalgono alla prima metà del '500 (1529), ma anche nei secoli successivi la fama del Santuario è rimasta legata ai numerosi episodi miracolosi cui si ricollegano anche gli ex-voto per grazia ricevuta. L'edificio è caratterizzato da una pianta rettangolare a tre navate con copertura a capanna realizzata in corrispondenza della navata centrale; la facciata è semplice e spoglia, ornata da un rosone centrale in pietra serena e da due finestre. Il portale fu scolpito nel 1651 dal lucignanese Ippolito Bracci. All'interno la navata centrale è coperta da una volta a botte, interrotta nel transetto da un elegante e snello tiburio cilindrico, mentre le due navate laterali hanno una copertura con volte a crociera. Il transetto è rialzato dal piano delle navate e su questo si eleva l'altare maggiore, realizzato in pietra serena, sul quale è raffigurata l'immagine della Madonna Addolorata. Dalle due aperture a fianco dell'altare maggiore si accede al coro, opera lignea commissionata nel 1622 dal padre Cristoforo Pontefici; qui si trova una tavola raffigurante la Madonna e datata 1569. Ancora dietro si trova un lungo corridoio, affrescato con un ciclo rappresentante alcuni episodi della vita di S. Filippo Neri. La parrocchia della Querce è stata soppressa nel 1985 e annessa a quella di S. Michele Arcangelo di Lucignano; tuttavia è ancora aperta al culto. La terza domenica di Settembre si svolge la " Festa del Santuario della Querce" dove, insieme ai riti religiosi in onore della Madonna Addolorata, è possibile apprezzare i prodotti della cucina lucignanese, rivivere i giochi di un tempo, ed ammirare i magnifici fuochi artificiali che la sera coronano degnamente la chiusura della festa in un quadro di bellezze paesaggistiche unico.

La Fortezza


Il luogo che comunemente a Lucignano viene chiamato "fortezze" si trova in un colle poco lontano dalle mura del paese; "le fortezze" non sono altro che una parte della progettazione e costruzione di una fortificazione, progettata da G.B. Belluzzi e avviata da Bernardo Puccini, che doveva servire alla difesa del castello dopo la conquista da parte dei fiorentini intorno alla metà del 1500. Dopo la sconfitta di Piero Strozzi a Marciano il 2 agosto del 1554, la prima città senese a cadere nelle mani dei Medici fu la vicina Lucignano che si arrese il 3 agosto dello stesso anno. Lucignano diveniva così l'avamposto fiorentino più importante della Val di Chiana, un territorio che, seppur impaludato nelle parti più basse, era uno dei più fertili granai della Toscana. In settembre Cosimo inviò a Lucignano il trentatreenne gentiluomo fiorentino Bernardo Puccini, il quale giuntovi il 24 settembre del 1554 si mise subito al lavoro per fortificare la città. Lucignano all'epoca era già munita di cinque bastioni di terra, localizzati strategicamente davanti alle porte un altro in corrispondenza del cassero ed infine un quinto collocato a circa metà percorso tra Porta S. Giovanni e Porta S. Giusto verso sud. Il Puccini giunse a Lucignano con un progetto pronto, probabilmente quello elaborato dal Belluzzi e che lui aveva ereditato insieme alle funzioni di ingegnere militare, ma il progetto per essere realizzato aveva bisogno di modifiche e queste furono apportate tutte dal Puccini. Per Lucignano si adottò ciò che in grande era stato applicato a Firenze, ovvero sfruttare la presenza di un piccolo colle sul fianco occidentale del castello per crearvi un forte quadrangolare unito al castello per mezzo di due lunghe mura. Di questo troviamo testimonianza in un affresco dello Stradano che si trova nella sala Cosimo I in Palazzo Vecchio a Firenze . L'affresco dello Stradano, collocato sotto il tondo del Vasari che rappresenta Cosimo circondato dai suoi architetti ed ingegneri, mostra Lucignano "con il forte e gli altri acconci", come spiega lo stesso Vasari, ritratto presumibilmente intorno al 1556. I lavori di fortificazione dopo un buon avvio iniziarono, sin dal 1555 a subire dei rallentamenti fino a quando, anche a causa della difficoltà nel reperire i materiali e nel reclutamento della mano d' opera, furono proseguiti con i soldi " che giornalmente si cavano dal pane" ed utilizzando massicciamente le donne. Con la perdita della rocca, dopo la sua distruzione avvenuta a causa di un fulmine che vi cadde il 31 maggio del 1556, si rese necessario ridisegnare tutta la strategia di fortificazione di Lucignano. Il 14 luglio il Puccini, tornato a Lucignano dalla sua residenza di Pienza, impartisce gli ordini per la costruzione di una forbice. Il 3 agosto viene posata dal Puccini la pianta della forbice. Ancora una volta i lavori, dopo un promettente, avvio subiscono rallentamenti e ritardi. Finalmente il 14 luglio del 1557 i lavori vengono ultimati e per svariati decenni , la forbice fortezza assolve alle sue funzioni militari, essendo fornita di piazze d'armi e alloggi per ospitare una guarnigione, la fortezza non subì mai un assalto e ad oggi rimane come una sorta di grande fossile posato sulla collinetta prospicente il paese.

Chiesa della Misericordia

La chiesa si trova nelle vicinanze del complesso degli edifici simbolo dell'autorità civili e religiose, lungo via della Misericordia. Essa costituiva l'oratorio della compagnia della SS. Annunziata, detta anche dei Battenti Neri, dal colore delle cappe indossate dai confratelli, i cui capitoli furono approvati nell'agosto del 1563. La chiesa ha una pianta rettangolare, a navata unica, con presbiterio rialzato. La facciata è intonacata con porta incorniciata. Lungo i muri perimetrali si notano delle aperture ora tamponate. Internamente la chiesa è coperta da una volta a botte e ad un terzo del soffitto si apre una piccola cupola ellittica. Lateralmente sono collocate due cappelle in pietra serena e quattro colonne. Al suo interno si trova un pregevole altare maggiore in legno intagliato e dorato sul quale sono collocati dipinti di forma varia di scuola toscana della fine del XVI sec. L'altare è datato 1583. Tra le opere di particolare pregio vi sono due statue di terracotta invetriata rappresentanti la Santa Vergine e l'Arcangelo Gabriele, di scuola robbiana e poste nella maggiore delle due cappelle. Essendo anche sede della Confraternita della Misericordia, al suo interno sono conservati alcuni oggetti a testimonianza dell'attività svolta da questa confraternita negli anni. Tra essi possiamo notare una lettiga porta feriti ed "un'ambulanza" trainata da cavalli.

Chiesa di San Giuseppe

Sorta nel 1470, ospitava un fonte battesimale che, nel 1672, fu trasportato in Collegiata. Il titolo fu attribuito nel 1699 dall'Arte dei Legnaioli, che ricevettero la chiesa dalla Comunità di Lucignano e la dedicarono al loro protettore; nel 1730 fu restaurata e a questa data risale la sistemazione neoclassica della facciata.


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